martedì 15 febbraio 2011

Un po' di chiarezza



Rispolverando gli studi di matematica, di fisica, di filosofia che abbiamo fatto non è male ritornare a un po' di chiarezza sui concetti di finito e infinito, visto che di frequente, anche sui giornali, ritorna la questione se l' universo è finito o infinito.
Partiamo da vicino a noi. L' esperienza ci dice che una parte non è uguale ( equipotente in termine specialistico) al tutto e che tutto nel nostro mondo esperienziale è finito. Questo è già una prima chiarezza, facile da conquistare, perché fa parte di ciò che sperimentiamo. Che la parte fosse uguale al tutto, come conduceva a dire la soluzione di certi problemi, era il problema impossibile posto dal discepolo di Galilei,  Bonaventura Cavalieri.  Ma la logica matematica,  già con Galileo risolve il problema, scopre che la parte è uguale al tutto. Negli insiemi infiniti la parte è uguale al tutto. Così la logica matematica conquista l' infinito.  Per la logica matematica l' infinito esiste ed esiste perché la sua costruzone mentale  non porta ad alcuna contraddizione. Quindi una prima risposta ormai certa  l' abbiamo: l' infinito esiste. Grazie alla logica matematica abbiamo potuto fare un po' di chiarezza. Ora possiamo usare il linguaggio con proprietà. Pertanto quando parliamo di finito e infinito possiamo e dobbiamo essere precisi  nel dire a quale infinito ci riferiamo. L' infinito esiste nella logica matematica come Dio esiste nella logica matematica. Lo ha dimostrato Kurt GÖDEL con il suo teorema. Ma siamo al solito problema: l' infinito della logica matematica non è l' infinito assoluto. Su questo piano davvero la parte non è uguale al tutto. Nessun calcolo di logica, nessuna scoperta scientifica potrà mai fare il salto dall' immanente al trascendente. L' infinità degli insiemi infiniti non è l' infinità assoluta che è totaliter aliter. Pertanto anche le più avanzate scoperte scientifiche ai confini e oltre il nostro universo non possono riferirci altro che l' immanente. La scienza sperimentale, le scoperte hanno tutto il diritto di dirci che l' universo è finito, perché operano solo nell' immanente. Lo scienziato, moderno Ulisse, anche oltrepassando tutte le colonne d' Ercole, può solo e soltanto scoprire l' immanente, senza poter negare il trascendente. L' infinito assoluto è tutt' altra storia di tutt' altra natura a cui solo a posteriori, filosoficamente, si può pensare.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i commenti corretti e pertinenti, anche se critici