IL ROMANZO “ CARPESINO ”
di Alessio Alberto Brenna
Significato e altro del romanzo Carpesino
Carpesino, parola che intitola il romanzo, è località vera, tuttavia, non ha tanto importanza come luogo geografico, come paese della propria nascita, quanto come luogo-significazione di un tempo, di un mondo e di un modo di vivere che non sono più. Più che una località, è dunque una metafora di un’età trascorsa. Mi viene in mente Franca Valeri che afferma in una intervista che le hanno dato più i luoghi che le persone. In realtà qui sono le persone, nel luogo Carpesino, è il loro modo di vivere, è l’ epoca, che hanno dato molto al protagonista, che gli hanno permesso di vivere la sua grande stagione.
Carpesino è intreccio di storia famigliare e di realizzazione di una passione, l’ atletica. E’ storia fatta di realtà vera, che attraverso il procedimento della memoria diventa romanzo. Si fa romanzo di una passione e rodio della coscienza. E’ il quadro non solo di una vicenda personale, ma anche di una storia più ampia di valori educativi, ludici, sociali, religiosi. La storia personale, vera, vissuta in pienezza è il filo conduttore che porta alla luce questa più ampia stagione di costumi, ideali, modi umani di vivere e di relazionarsi.
Carpesino, non è il romanzo della nostalgia, del rimpianto, ma un affresco, vero, reale, intrigante e coinvolgente di sentimenti e di vita, centellinati e goduti. E’ romanzo che propone emozioni e fa vivere emozioni non più possibili nel presente. Emozioni di cose che un tempo partivano dalla realtà e che oggi arrivano dalla suggestione letteraria.
Carpesino è la riflessione, la considerazione e la stima per valori rievocati affinché non muoiano nei propri ricordi e per i propri cari.
Carpesino ( qualsiasi altro luogo avrebbe avuto la stessa funzione rammemorativa ) è luogo dello sbocciare e crescere della vita in famiglia circondata da cure amorevoli, che fa assaporare anche ogni momento di religiosità, di festa, di incontro, di svago, di socializzazione e apprendimento, sede degli affetti famigliari, della prima fase della vita di relazione e dell’ amicizia. Luogo che riempie di ricordi e segna gli anni. Poi verranno altri luoghi, altre situazioni, ma mai di uguale significato e importanza.
Carpesino è storia che attraversa tutte le età della persona, che si sviluppa come un magma, insieme al crescere della persona stessa e che man mano si placa e chiarisce, rendendo le proporzioni, il senso scalare delle cose, dei valori e della vita. E’ pertanto anche la riconquista di una dimensione reale, dove le cose vanno a ricollocarsi secondo i veri valori, il giusto peso nel tempo e nei sentimenti.
Infine Carpesino è anche romanzo sportivo su una linea d’ orizzonte storico-sociale più ampia di quella di Pudore ( 1984 ). In quanto romanzo sportivo ha il valore, la specificità, la competenza sportiva di chi ha praticato lo sport a livello professionale e in quanto romanzo di argomento sportivo, ha la validità di chi scrive conferendo una qualità letteraria. Partecipa della duplice personalità dell’ autore, atleta e scrittore. L’ Atletica è presente come una coprotagonista, “ non concepita in modo puramente tecnico, agonistico, ma anche come attività che coltiva e allarga l’ animo e forma la sensibilità, non cancella i ricordi, non distoglie dal lavoro quotidiano e non sopprime i sentimenti ”( dalla mia prefazione a Pudore ), facendoli coesistere sia pure in una difficile convivenza.
Lingua e Stile: Tutto viene fatto rivivere con un registro linguistico aderente alla vita, con una narrativa lineare, frequentemente dialogica, veloce come l’ ansia del protagonista di passare di esperienza in esperienza, con uno stile che, tanto spesso, ha il sapore e il pregio della visualizzazione efficace, del coinvolgimento personale. A rendere interessante il racconto più che gli eventi è il loro dipanarsi, intersecarsi, scorrere eccessivo fino a esondare, svilupparsi in modo catturante e quasi monopolizzante, per poi riprendere la misura della realtà quotidiana.
L’ azione: L’ azione del romanzo è più interiore che esteriore, è più nell’ animo che nelle cose e nei fatti, è più nella lacerazione tra la propria passione e le scelte di orientamento per la vita, è più nel dramma di fare sponda ora sulla famiglia ora sulla propria attività sportiva che tende sempre a sormontare e a prevaricare, è più nella costante fatica di tenere insieme realtà presenti un po’ relegate, rimproveri della moglie da affrontare e aspirazioni personali. L’ azione è nel movimento stesso, nel ritmo della narrazione, nell’ affanno delle molteplici pressioni, nella rincorsa degli eventi o nella ricerca di soluzioni. L’azione sta nella macchina scenica molto complessa, fatta di realtà che interferiscono e si intersecano proprio come nel corso reale della vita. Il punto focale è la vicenda umana nei valori che la rendono positiva, interessante, bella da vivere, piena e che dovrebbero caratterizzarla sempre, essere atemporali, al di sopra del tempo che passa, per meglio vivere nel tempo, sempre. L’ avventura del protagonista è emblematica di quello che era bello, vissuto, pieno e che ancora dovrebbe poter essere. Tutto ciò costituisce la sua unità di ispirazione, di azione e coordinazione delle parti.
Genere: Carpesino non è un’ autobiografia, è romanzo autobiografico, in quanto è in parte la trasposizione letteraria della vita di Luigino-Alessio, ma è anche biografico, perché la vita che vi scorre non è dissimile a quella di altri che hanno vissuto gli stessi anni, la medesima epoca.
Struttura del romanzo: Carpesino si struttura in sei parti, di cui cinque sono come cinque romanzi e la sesta ne è la conclusione. E’ un’ opera in progressione, contenutisticamente e stilisticamente, attraverso i dati dell’ età, ma ogni parte è completa entro la conclusione dell’ arco di vita che racconta. Occorre guardare al di là di fatti semplici, lineari e vedere sotto la fitta orditura di dinamiche e interferenze tra le diverse situazioni per cogliere il senso del romanzo e soprattutto avvertire tutto questo nel respiro dell’ insieme. E’ dallo sguardo d’ insieme che viene fuori il vero senso dell’ opera, lo sviluppo del protagonista e dei personaggi, la molteplicità dei temi inseriti nella storia. Protagonista di questo ciclo narrativo è Luigino attorno a cui ruota una folla di personaggi.
Il protagonista: Luigino, che contagia per la sua simpatia, è un po’ monello, ma anche ubbidiente, con poca voglia di studiare, ugualmente impegnato, però, nella scuola, che tiene in ansia, perché sempre sul filo scarso del rendimento, sempre fervido di fantasia creativa nell’ inventarsi giochi, nel divertirsi con un niente, nel fare dispetti innocui, pronto a cogliere e a vivere le piccole novità, i minimi avvenimenti famigliari e a porre domande, a commentare o a dare risposte spiritose e impertinenti, ad annoiarsi e a riprendersi con slanci creativi. Ma oltre il Luigino dell’ infanzia e fanciullezza, dei “ giorni infiniti ”, c’è il Luigino dell’ adolescenza, dell’autonomia, della ribellione, delle “ bande sfrenate ”, degli estri e delle improvvisazioni, delle cose più scombinate e senza senso. C’ è il Luigino della giovinezza in tumulto, ancora indugiante sulle astrattezze, ma con il rovello ormai di dare una svolta alla propria vita e a non rimandare una “ solitaria ascesa ”, quella delle scelte di vita, della conciliabilità tra queste e le idealità, della dialettica tra le due. C’ è il Luigino della costante fatica di tenere insieme i due amori, della famiglia e dell’ atletica. Solo le “ tenaci radici ” della formazione famigliare gli impediscono di viverli l’ uno a scapito dell’ altro, sia pure con qualche sbilanciamento involontario. C’ è il Luigino della “ strada del ritorno ”, dove i fili della passione si allentano, sono sul punto di sciogliersi e un pensiero inarrestabile rotola un fiume di “ ricordi, amarezze, assenze, trascuratezze, mancanze, attenzioni negate, doveri incompiuti ”. Il romanzo Carpesino è anche questo risvolto psicologico, questo lacerante parallelo interiore alla situazione esteriore. E infine c’ è il Luigino delle “ acute nostalgie ” che vorrebbe avere un’ altra occasione per “ poter ricominciare dalla fanciullezza, dai giorni nei quali né l’ inebriante aroma dell’ avventura né il tarlo di una missione da compiere si erano insinuati in lui ” e ricuperare le persone care che non sono più e Dio, trascurato come tutto ciò che, doveri compresi, intralciava “ i suoi impegni sportivi, il frenetico dinamismo, il raggiungimento di altre mete ”.
I temi di questa struttura romanzesca sono temi di esperienza, che hanno attraversato anche le stagioni, i percorsi dei nostri anni e sono:
. la voracità infantile dei giochi, il divertimento senza fine, i “ giorni infiniti ” del godimento
. l’ insaziabile assaporamento delle vigilie e dei momenti di festa insieme, come le cene del Natale
. le smemoratezze, le trascuratezze, il sovvertimento delle cose in ordine d’ importanza, la non coscienza di una scala di valori, le deformazioni, gli errori, le urgenze urlanti della vita che cresce
. i sogni, le sfide con se stessi e con la vita, i modelli di nuovi riferimenti, i traguardi da raggiungere, il tempo e le energie profuse e poi
. i ricordi malinconici o tristi, le acute nostalgie per tutto ciò che di bello è stato, l’ erosione della felicità spensierata, il rimpianto per le cose importantissime e primarie a cui non si è data attenzione, per lo meno in modo sufficiente
. la volontà in qualche modo di volerle risarcire e recuperare almeno nei ricordi, di ritrovare un peso, un significato, una priorità, dei tempi perduti, esteriori e interiori, legati al passato, ma ai quali ritorna il presente come a chiudere una circolarità, la circolarità della vita, che parte dal luogo di origine di ogni avventura e vi ritorna carica di ricordi.
Procedimento narrativo: Tutti questi temi prendono forma di scrittura romanzesca attraverso la memoria, ma una memoria che più che avere sede nella facoltà della mente, ce l’ ha in quella del cuore come indica il verbo latino della sua attività, re-cordari, derivato di cor, cordis “ cuore ”, perché il cuore era considerato sede della memoria. Questi temi vengono dalla memoria del cuore, che non è memoria volontaria, che richiama, ricostruisce i dati del passato, attraverso procedimenti intellettuali, razionali o documentali, senza restituirci le sensazioni di momenti irripetibili, ma è memoria involontaria, spontanea, alogica, memoria epifanica, secondo il linguaggio dei poeti e prosatori decadenti, quella che rivela e riporta in vita le sensazioni, rituffa nel passato, facendolo percepire contemporale, presente e non perduto. E’ il risorgere e il rivivere le sensazioni che si realizzano attraverso il lungo rievocare e ricordare delle sei parti del romanzo Carpesino. Questo ricordare o memoria del cuore, ri-crea, rifà presente gli eventi, le emozioni. Lo specifico artistico, letterario del romanzo Carpesino, che lo distanzia da una scrittura semplicemente documentale, consiste proprio in questo: nel saper rendere vivo e presente nel cuore, nello spirito, nella percezione e fissare come punto stabile, atemporale, ciò che è passato nell’ esperienza sensibile e nel trascorrere della vita. La memoria spontanea risveglia e la scrittura ri-creativa, artistica, fissa per sempre il magma non più transitorio delle sensazioni. Passato e presente nella scrittura si identificano, si fondono. Fare memoria è fare presente. Chi legge ha l’ impressione di stare vivendo in quegli anni passati, in quel mondo lontano, in quel tempo distante, in quei colori e sapori, fatti di ristrettezze economiche, ma pieni di voglia di vivere, di incontro, di relazioni parentali e amicali. Il procedimento narrativo che racconta una realtà di memoria spontanea conferisce al romanzo carattere letterario e al lettore il piacere del coinvolgimento, nella continua tensione che vive il protagonista nelle varie fasi della vita, negli antagonismi dei suoi interessi, nei suoi problemi irrisolti, l’ amore per la ragazza e l’ amore per l’ atletica.
Alessio Alberto Brenna: dopo aver delineato queste sintetiche indicazioni sul romanzo Carpesino, mi sembra utile aggiungere qualche considerazione sull’ autore. Anche a Erba si organizzano abbastanza spesso presentazioni di romanzi e di racconti di scrittori lariani. Sebbene Alessio Alberto Brenna non sia nato e non viva sulle sponde del Lario, è però nato e vive alla base del Triangolo Lariano e pertanto mi pare giusto, sia pure in senso lato, annoverarlo tra gli scrittori lariani con una propria specificità narrativa. Di scrittori lariani cito solo due:
. primo tra tutti, il notissimo Andrea Vitali, medico di base e scrittore di Bellano. L’ immaginario di Vitali ama intrecciare la grande storia con la storia della propria piccola città, con le storie e con la vita di provincia e paese, con i misteri, i segreti, gli intrighi, le leggende, le voci, i costumi, gli usi locali, i personaggi comuni della sua Bellano. Un intreccio affascinante che gli ha dato grande successo e notorietà in Italia e all’ estero con le numerose edizioni Garzanti e le tante traduzioni.
. altro lariano, Giuseppe Guin, giornalista e scrittore; dal rudere restaurato entro una cava di pietra, a Faggetto Lario, lavora, tra l’ altro, in modo particolare su voci affabulatrici, su leggende locali con grande maestria di impianto e di conduzione narrativa, che gli hanno assicurato molta diffusione editoriale con ripetute edizioni nel giro di pochi mesi.
Questi nomi, solo per stare a quelli di maggior notorietà e consistenza letteraria.
Alessio Alberto Brenna, fino a questo momento, ha lavorato più sulla letteratura sportiva e attraverso il processo letterario della memoria ha scritto non soltanto il romanzo Carpesino, ma anche una buona parte della produzione precedente. Quel tipo di memoria epifanica, che manifesta, rivela, riporta a se stesso tutto un mondo di cose vissute e glielo rivela in quella luce, in quel tocco di scrittura letteraria che lo fa vivere e piacere anche ai suoi lettori. Nel concludere queste note di presentazione, il mio augurio è che questo suo filone e stilema di scrittura, che lo collocano con una propria ben definita individualità artistica tra gli scrittori lariani, vengano maggiormente conosciuti e apprezzati e anche gratificati di notorietà e successo.
Mario Chiappini
NB.: Il romanzo Carpesino è pubblicato da “ Editrice Nuovi Autori ” - Milano