mercoledì 12 ottobre 2011

Di prossima pubblicazione


Carrela De Cuventu è il libro di prossima pubblicazione della scrittrice in lingua sarda, Teresa Lonis, che non è nuova a usare la propria lingua nativa come dimostrano i premi e concorsi a cui ha partecipato e qui di seguito segnalati:

. Doddore Licò, primo premio LIMBA E AMMENTOS, Ittiri 2005
. Dominigheddu, terzo premio NANNEDDU CHIGHINE, Ittireddu 2006
. Su saccapane, secondo premio ELIGHES 'UTTIOSOS, Santu Lussurgiu 2008
. A carrasegare si curriat sa pudda, menzione LIMBA E AMMENTOS, Ittiri 2009,
. Mal’ astru, terzo premio LIMBA E AMMENTOS, Ittiri 2010
. Amigos, secondo premo ELIGHES 'UTTIOSOS, Santu Lussurgiu 2010
. Masgarida e Clara, terzo premio PAULICU MOSSA, Bonorva 2010
. Sa gavetta, menzione LIMBA E AMMENTOS, Ittiri 2011

Ecco come la scrittrice presenta Carela De Cuventu:

Presentada

So ‘ittiresa e so naschida in d’una domo de carrela ‘e cuventu, in ue so vivida, francu su tempus chi so istada in Thatari pro istudiare, fintzas a cando no mi so cojuada.
Comente sos ammentos de pitzinnia s’accherant, torro insegus cun sa mente a sos annos passados in cussa carrela, in sos intorinos de cuventu e Santa Rughe, in ue fumis tottu padrones e chi faghiant paste de sa vida, ca fut su logu de sos giogos, de s’allegria, de brigas e cundierras e puru de dolores
Su chi naro in custu libereddu, creo siat restadu in s’ammentu de tottu sos chi mi sunt istados cumpagnos in cussos annos bellos e ipero chi l’ apant arribadu.

Per saperne di più, in attesa dell' uscita dell' opera, penso possa essere utile questa mia breve introduzione:

Carrela De Cuventu è un bel libro in lingua sarda della scrittrice ittirese Teresa Lonis, più volte premiata nei concorsi in limba. Prossimamente un pubblico più vasto potrà conoscere e apprezzare la produzione della scrittrice, che esordisce con quest’ opera di storia locale e memoria personale, ma a cui seguiranno a breve altre di natura specificamente narrativa.
Carrela, la strada, è una bella parola in sé e un bel luogo deputato dei giochi d’ un tempo narrati nel libro, perfino di molti mestieri non più in uso, della consumazione di cibi, di feste di Santi e delle proposte di rimedi per ogni male. Nella strada c’ è tutto, passa tutto quello che è divertimento, utilità sociale, notizie e annunci, teatro di vita e di comunicazione, profano e sacro. E tutto questo in una porzione di strada, quella De Cuventu, ma tutte le altre sono altrettanto nell’ ambito di quel contesto di civiltà preindustriale.
Carrela non è solo la bella parola-espressione, metafora e sintesi di tutta una civiltà, ma è anche il richiamo di tante altre parole, proprie della lingua sarda, che hanno una grande pregnanza di significazioni. Un esempio per tutte la parola Incunza, la raccolta. Se riferita al grano, indica insieme la mietitura, la trebbiatura, la ventilatura, la riposizione del prezioso cereale e della paglia.
In Carrela De Cuventu si respira un sapore antico, un profumo di cose ed eventi di altri tempi, che la narrazione fa sentire come se fossero ancora realtà presenti. Si ritrova il tempo andato, l’ infanzia, l’ incontro, lo scambio, la coralità. Si comprende che vi erano valori di cui manchiamo e di cui soffriamo la perdita oggi. È sorprendente tanta spontaneità di scrittura viva ed ancor più sorprendente è il fatto che la scrittrice fin da piccola avvertisse acutamente il gusto di queste realtà, le imprimesse nella memoria, nella propria vita e ne serbasse vivace ricordo nella lingua originaria. L’ uso della lingua sarda in Carrela De Cuventu non è pertanto una riscoperta, un’ acquisizione degli anni della consapevolezza, della cultura, ma l’ espressione del mondo vissuto ed evocato. Non è un artificio culturale, un’ adesione al ricupero linguistico perseguito in questi ultimi cinquant’ anni, ma il mezzo spontaneo connaturato e maturato nel contesto di una civiltà. E’ qui il segreto della bellezza e della piacevolezza della scrittura di Teresa Lonis, il pregio della sua opera e anche il merito, perché nell’ evoluzione linguistica e civile della società, conserva un patrimonio di lingua, di vita, di testimonianza coeva, di documentazione vissuta di usi e costumi del passato, con colorita narrazione e piacevolezza di stile. Un interessante libro, dunque, d’ esordio della scrittrice che non ha solo sogni nel cassetto, ma altre opere di pronta pubblicazione.

2 commenti:

  1. Un'altra superba recensione che trovo su questo blog.

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  2. Interessante segnalazione e bella presentazione di una pubblicazione sicuramente di valore.

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Sono graditi i commenti corretti e pertinenti, anche se critici