sabato 13 agosto 2011

DAL MONDO APPARENTE AL MONDO REALE



Ginevra Bompiani e Roberta Einaudi, due figlie d’ arte, fondano nel 2002 la casa editrice Nottetempo, che pubblica libri importanti, magari anche di sconosciuti italiani e stranieri. Si dice che i libri importanti si leggono di notte, nel cuore della notte, appunto nottetempo. E’ esperienza di chiunque che i libri importanti si leggono, si studiano, si compulsano di giorno, tuttavia, è pur vero che molti si leggono anche di notte. Personalmente ne ho letti tanti di notte e tra i più impegnativi, quando la veglia resiste maledettamente al sonno. E’ bello, perché, nel silenzio della notte e nel buio tutto intorno, irrompe la luce che apre la mente, riscalda il cuore, fa crescere il pensiero, diverte l’ animo. L’ ultimo che ho letto appartiene a I classici del pensiero libero Libri che hanno cambiato il mondo, edizione speciale per “ Corriere della Sera ”, 2011. Il titolo italiano è SCRITTI SULLA LUCE E I COLORI di Isaac Newton. Siamo all’ epoca in cui i libri scientifici si scrivono in latino e magari con sottotitoli in lingua nazionale, infatti il titolo originale del trattato di Newton è Quaestiones quaedam philosophiae Of Colours Lectiones opticae New Theory about Light and Cololors Opticks ( 1672 ). Una lettura questa che fa bene a tutti, ma che potrebbe giovare in modo particolare ai pittori. Che libro immenso di un titano della scienza moderna! Quando fu pensato, sperimentato, provato, tradotto in legge era l’ epoca dei titani fondatori della scienza moderna. L’ epoca anche del Sidereus Nuncius ( prima edizione 1610 ) di Galileo Galilei. La lettura nella traduzione della nostra lingua certamente fa un po’ perdere lo smalto dell’ originale, tuttavia anche così si assapora non solo la grandezza del pensiero, ma anche la bellezza dell’ esposizione, della prosa, dello stile. Se i poeti e i letterati dell’ epoca avessero tutti letto libri di questo calibro, quanti fiumi di retorica, di non buona qualità letteraria ci avrebbero risparmiato! Allora il meglio della prosa e della poesia stava in questi titani della scienza moderna.


A un lettore comune e senza talento come me, sono serviti un po’ di pazienza e un po’ di coraggio per leggere il trattato di Newton. Un po’ di pazienza, perché non è così agevole districarsi tra osservazioni, esperimenti, proposizioni, definizioni, assiomi, teoremi dei due libri dell’ Ottica. Un po’ di coraggio, perché nonostante il piacere, il benessere interiore, il gran divertimento che se ne ricava, questi non sono così immediati e facili, stimolanti come quelli di una prosa, di una poesia, di una trama avventurosa o di un giallo. Ma come rendono, il centuplo per uno! Vedere Newton, che, con strumenti semplicissimi, ideati da lui, con metodi fino ad allora impensati, osserva la luce del sole, deduce, raccoglie, prova è cosa stupefacente. Il ragionare, con bellezza, con semplicità geniale, è estremamente affascinante e tanto più se si pensa che usa ancora i termini filosofia, filosofi, filosofare, cosa che appartiene a secoli passati, ma con l’ accezione di osservare, argomentare, sperimentare, provare, tradurre in leggi, cosa che apre decisamente ai secoli futuri. La sostanza del suo linguaggio è rivoluzionaria quanto quella delle sue scoperte. Pensa un trattato libero dal pensiero del passato e dalle pastoie mitico-religiose. Scrive un trattato che ha davvero cambiato il mondo. Ha fatto passare le menti dal mondo che appare al mondo che è, fondando una parte rilevante della nostra formazione culturale. Viene in mente l’ opera del primo giorno, quando “ Dio disse: ‘Sia la luce!’ e la luce fu” ( Genesi 1,3 ), ma questa era la luce da spiegare, da capire, luce che poteva illuminare gli occhi, ma non la mente. La luce che illuminava la mente l’ ha capita e spiegata Newton, tanto che il coevo grande poeta inglese Alexander Pope, nel poemetto Newton, poté scrivere:

Natura e le sue leggi erano oscure.

“ Che Newton sia”, Dio disse, e fu la luce

Immagine bellissima, divina, per descrivere l’ opera illuminatrice di uno dei grandi padri della fisica moderna. Newton, con il gioco dei suoi prismi, aveva squarciato il buio della mente e la natura e le sue leggi potevano apparire nei colori della comprensione.

Ogni libro anche il più modesto può essere di qualche utilità, ma se si vuole imparare davvero, bisogna andare ai grandi libri. Ricordo l’ umile, ma forte filosofo Domenico Bàrberi che, dalla nativa Viterbo, si trasferisce in Inghilterra nel 1842 e va spesso a disputare con gli illustri professori di Oxford. Usa dire: “ Se vuoi diventare grande non leggere libri piccoli ”. Sono più che persuaso che a leggere grandi libri, non diventerò mai grande, perché non ne ho il talento, ma sono altrettanto certo che dai grandi libri imparerò sempre molto.

Ben vengano le iniziative editoriali come queste dei grandi Quotidiani italiani!




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