domenica 18 marzo 2012

PRODUZIONE - NOTORIETA’ E COMUNICAZIONE - VISIBILITA’

Ritorna frequentemente il dibattito sul futuro del libro, sulla lettura del libro, sui canali di uscita del libro e delle opere d’ arte. Certamente la biblioteca digitale alla quale lavorano Google, Amazon, Apple e altri grandi players costituisce da una parte un accesso facilitato al libro e alla lettura, una sua salvaguardia nel tempo e dall’ altra un grande business. Ma tutto questo non ha ancora alla base l’ editoria elettronica ( solo in piccolissima parte ), ma quella tradizionale. L’ editoria elettronica, dai dati disponibili, non cresce ancora in modo adeguato. E’ frenata anche dagli interessi degli operatori tradizionali. Tuttavia c’ è, convive come i libri manoscritti hanno continuato almeno per tre secoli a convivere con la stampa, una volta inventati i caratteri mobili di Gutenberg. Sono due possibilità. Il futuro ci dirà come sarà lo svolgimento. Per ora possiamo pensare che succederà quello che è accaduto con l’ informatica. Ancora all’ inizio degli anni ottanta, a livello di massa, si faceva fatica a vederne l’ applicazione pratica ai vari settori della vita e della società. Oggi si fa una grande fatica a immaginare come si potrebbe fare a meno dell’ informatica. Si può prevedere che l’ e-commerce imporrà il digitale come la necessità di diffusione del libro impose i caratteri mobili di Gutenberg. Possiamo chiederci se l’ editoria elettronica sarà la morte dei canali tradizionali del libro, della lettura e se la vetrina on line sarà la fine di mostre, esposizioni, musei. Questo non si vede all’ orizzonte. Per ora è convivenza e ancora prevalenza dell’ editoria e delle sedi tradizionali. Visto che la stampa digitale si va diffondendo, in particolare possiamo domandarci: ma quali sono i canali della letteratura oggi? Internet è il suo nuovo canale? A giudicare dal proliferare degli editori on line, dai siti che si creano i singoli scrittori o gruppi di scrittori, famosi e non famosi, ma soprattutto dalle adesioni di poeti, narratori in cerca di una via di uscita, sembrerebbe di sì. Parrebbe di poter dire che finalmente si è scoperta l’ America. Va o resta in editoria, in vetrina on line solo chi non si rassegna ad essere escluso da quella cartacea e dalle sedi deputate consuete. Ed è naturale perché Internet non può dare né la produzione né la notorietà. Può essere visibilità ( spesso limitata solo a chi accede ed effimera ) e comunicazione.
La produzione culturale, letteraria e artistica ( non il fenomeno di massa “ del tutti che scrivono e fanno arte ”), con i relativi successi o insuccessi, notorietà o anonimato, è banale dirlo, passa attraverso canali tradizionali: la persona che si forma, le università, le riviste specializzate, le case editrici, le librerie, i convegni, gli istituti di ricerca, gli storici, i critici militanti, gli incontri nei luoghi tipici a cominciare dai Caffè sette - ottocenteschi agli equivalenti di oggi, gli scambi nazionali e internazionali tra artisti e persone di cultura, i viaggi e i soggiorni in culture differenti. Questa può essere la via del successo e della notorietà e di durata nel tempo. Il resto appartiene alla visibilità, alla comunicazione, al commercio, all’ utilità innegabile e grandissima, ai fenomeni di massa e anche molto al salotto delle chiacchiere, alla vetrina effimera, alla stampa virtuale più del fumo che dell’ arrosto.
Se diamo uno sguardo anche estremamente superficiale alla letteratura e all’ arte italiana dai primi anni del Novecento in poi, troviamo che i movimenti più fervidi di idee e di vita non si sono rinchiusi nei confini nazionali e si sono intrecciati alle arti e alla cultura in generale. Pensiamo ai Futuristi, alla loro presenza attiva in Francia, Germania, Russia, Inghilterra, Spagna, Brasile, Argentina e al loro intreccio con la musica, il teatro, il cinema, la pittura e scultura e con altri movimenti di pensiero e di estetiche. Consideriamo soprattutto la promozione del loro movimento che perseguivano attraverso le rappresentazioni teatrali, le mostre di pittura a Parigi, Londra, Mosca, le riviste specializzate, la critica, le conferenze, le lezioni in ambito universitario. La loro notorietà veniva da questo crogiolo e scontro di idee, produzione, esperienze a livello nazionale e internazionale. Una strada questa che sarà battuta anche dai neorealisti italiani, aiutati parecchio a percorrerla dal grande cinema neorealista.
Anche prescindendo da movimenti come Futurismo, Neorealismo, riferiamoci pure a singoli pensatori, scrittori e artisti, a quanto si sono dati da fare per una notorietà internazionale o addirittura universale. Ricordiamo quanto hanno operato intensamente verso l’ estero Croce, Pirandello, D’ Annunzio, Svevo, Sciascia, Calvino, Eco, per una loro immagine, affermazione e notorietà nel mondo. Il successo durevole nel tempo e la notorietà, oltre il campanile, sono ancora legati saldamente a questi canali tradizionali e non può essere diversamente. Non si negano gli straordinari vantaggi pratici della visibilità, della comunicazione e informazione Internet e dell’ eBook, dei Kindle e degli iPad ed è giusto e legittimo frequentare il canale virtuale che attraversa il mondo, affidargli un primo affacciarsi all’ esperienza letteraria e artistica in generale, ma da questo mezzo si possono avere visibilità di breve durata e comunicazione limitata a fini pratici. Chi sente di essere scrittore, poeta, pensatore, artista, e magari di volere e potere affermarsi oltre che nella propria nazione, anche al di fuori dei confini nazionali, avrà bisogno sicuramente di gettare il proprio sguardo e affidare la propria produzione ai luoghi di sempre. In questo preciso senso il futuro è il futuro dei canali tradizionali. L’ uomo ha bisogno di presenza, di tangibilità, di materialità e non di virtualità.