lunedì 31 gennaio 2011

L' esistenza di Dio

Premesse con l' aiuto del grande fisico Antonino Zichichi:

Che cosa vuol dire Esistenza, Esistere?

" Esistenza in Fisica vuol dire: spazio, tempo, massa, energia e cariche fondamentali " ( A. Zichichi, Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo Tra scienza e fede, Il Saggiatore, Milano, p. 132 )

Domanda: e l' atto del pensare ( anima ) non è esistenza? No, Zichichi ha ragione. L' atto del pensare non è pura esistenza, è vivere. Vivere implica l' esistenza, ma non viceversa.

" Esistenza, in Matenatica, vuol dire non contraddizione " ( A. Zichichi, ibidem, p. 135 )

Teoremi dell' incompletezza del 1931 di KURT GÖDEL: KURT GÖDEL dimostra che " Non è vero che una costruzione logica debba necessariamente portare a una conclusione o alla sua negazione. E' altrettanto rigorosamente logico che venga fuori la conclusione: è impossibile decidere " ( A. Zichichi, ibdem, p. 137 )

" Se il massimo rigore logico non basta per arrivare  a dimostrare un teorema, come si può pretendere che il rigore logico - nell' Immanente - possa mai portare alla dimostrazione del Teorema Supremo, cioè l' esistenza di Dio? " ( A. Zichichi, ibidem, p. 138 )

NB.: non si dimentichi che anche la matematica, la logica matematica, i numeri sono Immanente.

" Nel Trascendente, cosa mai vorrà dire esistere? Dove mai potremmo immaginare il Paradiso?
    Certamente né nello spazio né nel tempo né nella massa né nell' energia né nella cariche né nel rigore logico matematico.
    Sarebbe come porre un' entità suprema e assoluta sotto il controllo di quelle leggi a noi note...
    Ecco perché l' unica risposta all' esistenza del Trascendente è l' atto di Fede " ( A. Zichichi, ibidem, pp. 143-144 ).
Che è come dire che l' Immanente non può dimostrare il Trascendente, non può colmare la distanza tra i due, non può fare il salto e travalicare.


Citazione da: http://en.wikipedia.org/wiki/Gödel's_ontological_proof
Teorema di GÖDEL: eppure GÖDEL, matematico, logico puro , filosofo della matematica, teista come lui stesso si definisce, non rinuncia a elaborare un  teorema che dimostra l' esistenza di Dio, inteso come ente che comprende tutte le proprietà positive , compresa l' esistenza.
Un ente che assomma tutte queste qualità non è logicamente possibile che non abbia anche una effettiva esistenza. E così GÖDEL passa dal piano logico a quello fattuale perché non si salvaguardarebbe la coerenza del discorso logico ( = la non contraddizione ) se non si ammettesse l' esistenza di Dio.  GÖDEL, platonicamente, crede che la verità matematica, logica, sia oggettiva, ontologica e non  sia soltanto una elaborazione dell' intelletto. Pertanto la dimostrazione dell' esistenza di Dio può avere una esistenza metafisica, ontologica come lui la concepisce. Anche ammesso e non concesso dagli esperti di logica modale a cui il teorema appartiene che l' esistenza di Dio sia ontologica e non soltanto logica, resterebbe sempre possibile pensare che l' esistenza di Dio nel sistema formale della logica, coerente o consistente, in quanto al suo interno non contiene contraddizione, non dimostra per niente l' esistenza di Dio nel Trascendente. Non può superare il salto. Giornalisticamente c' è chi scrive, a effetto, che GÖDEL  ha provato l' esistenza di Dio. Il passaggio dall' Immanente al Trascendente è affascinante, ma non è legittimo. Filosoficamente è una petitio principii, perché per la dimostrazione ci si serve del principio che invece bisognerebbe dimostrare. Non basta la consistenza o coerenza logica ( = la non contraddizione ):  questa assicura l' esistenza all' interno del sistema di logica formale, nell' Immanente, ma non consente di fare il salto al Trascendente. La dimostrazione, che si compone di  tre definizioni, sei assiomi, un primo teorema con un corollario e altri due teoremi ,  sostanzialmente, equivale a una prova a priori. La sua dimostrazione, supposto che sia valida ( gli esperti mettono in dubbio acutamente soprattutto il secondo assioma ), è  una dimostrazione solo logica dell' esistenza di Dio. Tuttavia bisogna ricordare che la verità ,  platonicamente, non è uguale a dimostrabilità. Questo lo sa bene anche la scienza più avanzata, per cui dalla non dimostrabilità del Trascendente non si può evincere la sua non esistenza come da molte verità naturali , oggi e forse mai,  non dimostrabili, non si può dedurre la loro non esistenza sic et simpliciter.

Anche le prove filosofiche ( che prove non sono e sarebbe meglio chiamarle vie ), non arrivano a risultati migliori, sia quelle a priori sia quelle a posteriori. Le prove a priori non dipendono dall' esperienza, da informazioni provenienti dal mondo esterno, ma solo dalla ragione; le prove a posteriori dipendono da informazioni esperienziali. Anselmo d' Aosta vuole provare l' esistenza di Dio solo in modo logico. Pertanto la sua prova non è ontologica, come è diventato abitudine dire da Kant in poi, ma logica. La prova la fornisce nel capitolo secondo del Proslogion. Eccone i passaggi. Per Anselmo d' Aosta Dio è:  

 "Ciò di cui non possiamo pensare nulla di maggiore" (aliquid quo nihil maius cogitari possit)".
"Ciò di cui non possiamo pensare nulla di maggiore" non può essere solo nell'intelletto.
Se infatti fosse nel solo intelletto, si potrebbe pensare qualcosa che fosse anche esistente nella realtà  e questo qualcosa sarebbe maggiore di qualcosa esistente solo nell'intelletto".
Se "ciò di cui non possiamo pensare nulla di maggiore" fosse solo nell'intelletto,  "ciò di cui non possiamo pensare nulla di maggiore" sarebbe "ciò di cui possiamo pensare il maggiore. E questa è una contraddizione". Quindi Dio esiste.

Citazione da: http://www.maat.it/livello2/anselmo-01.htm#alto

L' abate Gaunilone oppone serie obiezioni, a questo argomentare. Non basta pensare a un' isola piena di delizie, perché esista. Anselmo d' Aosta controbatte che l' esempio non è calzante, perché non è di ordine ontologico. L' isola non è la cosa più grande che si può pensare. Ha una perfezione limitata, Dio è ogni perfezione. Gaunilone rimarca che non è legittimo il passaggio dal piano logico della dimostrazione, all'effettiva esistenza ontologica. Questo è il punto debole e non dimostrativo della prova a priori. E' il punto debole di tutte le prove a priori. E' anche il punto debole del teorema di GÖDEL, se effettivamente intende, come pare, passare dal piano matematico logico al piano ontologico.

Tommaso d' Aquino ritenne infondata la prova a priori di Anselmo d' Aosta. Nella Summa contra Gentiles scrive: "Tra gli atei non è a tutti noto che Egli è quanto di più grande si possa pensare" e si orientò tutto alle prove a posteriori, che è meglio chiamare vie e che si possono sintetizzare come segue:
  • Ex Motu (cioè "dal moto": tutto ciò che si muove esige una causa prima perché, come insegna Aristotele: «Non si può andare all'infinito nella ricerca delle cause»)
  • Ex Causa (cioè "dalla causa": ogni effetto ha bisogno di una causa; necessità di una causa prima incausata)
  • Ex Contingentia (cioè "dalla contingenza": poiché tutte le cose esistono, ma potrebbero non esistere, non hanno in sé la ragione della loro esistenza e, quindi, rimandano ad un essere necessario)
  • Ex Gradu (cioè "dal grado": le cose hanno diversi gradi di perfezione, ma solo un grado massimo di perfezione rende possibile gli stadi intermedi)
  • Ex Fine (cioè "dal fine": tutte le cose nell'universo sono ordinate secondo uno scopo, quindi, ci deve essere un'intelligenza che le ordina così)  
Citazione da: http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_d%27Aquino

Anche queste non sono prove, ma  vie attraverso le quali è possibile ricavare una persuasione, una convinzione ragionata dell' idea dell' esistenza di Dio. Idea dedotta da ea quae facta sunt, non da apriorismi o innatismi.

domenica 30 gennaio 2011

Per ricercare la verità



Quattro regole importanti del metodo cartesiano fondate sulla ragione per ricercare la verità:
  • evidenza: " non accettare mai per vera nessuna cosa che io non accettassi per evidenza "
  • analisi: " dividere ciscuna delle difficoltà che avrei esaminato...per risolverle meglio "
  • sintesi: iniziare " dagli oggetti più semplici e più facili da conoscere " fino a risalire alla conoscenza  dei più complessi "
  • enumerazione: ripercorrere le verità conosciute per ricostruire la catena dei collegamenti.

martedì 25 gennaio 2011

Spazio al bello e al positivo!



Il brutto e il negativo, nella società e nella cultura del Novecento e in questo primo decennio del terzo millenio, hanno talmente spazio che sembra non ve ne sia più per il bello e il positivo. Questo a motivo che sono stati funestati da tragici eventi. Eppure non tutto è stato brutto e negativo. Anzi ci sono state anche immense cose positive di cui oggi beneficiamo. Ma il brutto e il negativo hanno inciso così a fondo che fino ad oggi pare che non si possa parlare, discutere, creare, produrre senza pessimismo, senza criticismo corrosivo, senza nichilismo e senza relativismo, senza rappresentazioni improntate al brutto e al negativo. Pensiamo alle arti espressive, al cinema, alla letteratura. E' proprio in queste arti che si vede una connotazione  dove il senso, il gusto, il piacere del bello e del positivo sono decisamente, per lo più, scomparsi. E non vale dire è la realtà, la realtà è fatta così e le arti rappresentano la realtà. Sì, la rappresentano, ma niente e nessuno può imporre di rappresentare solo così. In natura non esiste solo il nero. Esiste tutto lo spettro dei colori. Nulla di più conformista, di più anticreativo che ostinarsi a mettersi in tutto e per tutto gli occhiali neri e limitarsi a non vedere altro che il nero. Ed è inutile contrabbandare questa visione per intellettuale e progressista. E' solo una visione miope dove scompaiono la ragione, le distinzioni e le differenziazioni. Continua davvero il declino non solo dell' Occidente, ma anche del globale. Chi scrive questo blog non si rassegna a questa visione. Nella vita non vede  un paradiso, ma si rifiuta di vedere solo l' inferno. Vuole aprire gli occhi e la mente su tutto quello che è bello, che è positivo, che è positivamente degno, grande o piccolo che sia. Guarda a tutti i fiori  di bellezza e di positività di pensiero, di sciena, di arte, di vita quotidiana e a questo trova e dà spazio e tutto questo lo indica con un nome collettivo di fantasia FLORALIA.